Il ritratto di Costanza Bonarelli - Splendore e oscurità in Bernini
Tornare a visitare il Bargello
Il Museo Nazionale del bargello accoglie tra le più importanti opere d’arte a Firenze.
Con un gruppo di amiche guide turistiche di Firenze, due giorni fa, sono tornata a visitarlo, approfittando della riapertura.
Oltre all'emozione legata al semplice poter tornare a vedere un luogo a me caro da cui ero stata distante troppo tempo, ho avuto la bella sorpresa di trovare un'opera del Bernini nella sala a piano terra, insieme a Michelangelo, Benvenuto Cellini e altri grandi scultori.
L'opera, che racchiude una storia intima ed oscura del Bernini, si trova al Bargello dal 1800 quando quest'ultimo fu trasformato in museo.
Per lungo tempo è rimasta collocata al secondo piano, in quanto il museo segue un ordine cronologico.
Il busto era nelle Sale del Medagliere e della Scultura barocca, non godeva della visibilità che merita trovandosi in una delle ultime sale del Bargello e subendo il fatto che spesso il secondo piano ha un orario ridotto rispetto al resto del museo.
Adesso il busto di Costanza Bonarelli si trova, invece, nella Sala di Michelangelo e della scultura del cinquecento, è anacronistico rispetto ai suoi compagni di stanza, ma finalmente gode della giusta visibilità e della compagnia del vecchio amico michelangiolesco, Il Bruto.
Costanza Bonarelli spicca ora nella sala del piano terra, nel suo marmoreo candore.
Bernini
Gian Lorenzo Bernini è stato uno dei massimi artisti dell’Europa barocca.
Suo padre fu un ottimo scultore della generazione del tardo manierismo. Gian Lorenzo come scultore si formò con il padre ma il suo sguardo volgeva alla pittura a lui contemporanea, quindi artisti come Caravaggio, Annibale Carracci, Velasquez.
Gian Lorenzo crebbe, si affermò come artista nella Roma del primo 1600 e la sua carriera iniziò proprio come ritrattista.
Infatti oltre alle sue famosissime opere tra cui l’Apollo e Dafne di Villa Borghese, esiste un’enorme collezione di ritratti del Bernini. Tutti ritratti formali, busti di personaggi potenti e per la maggior parte maschili.
Chi era Costanza Bonarelli
Il busto di Costanza Bonarelli è una vera eccezione, rappresenta uno dei tratti più sottovalutati dell'arte del Bernini.
Si tratta di un'opera intima e priva di freni inibitori, è infatti il ritratto della sua amante.
Costanza era la moglie di un suo collaboratore, Matteo Bonarelli, anche lui scultore.
Era una donna della media borghesia, che ebbe una vita fuori dal comune per l’epoca.
Non solo era una donna libera ma anche un'imprenditrice.
Infatti dopo la sua storia d’amore con Bernini fu un’importante antiquaria, una vera e propria mercante d’arte. Vediamo in lei uno spirito imprenditoriale rarissimo parlando di una donna del seicento. Fu una donna che seppe proporsi in un'epoca in cui le donne avevano ruoli marginali, e difficilmente potevano trovare un proprio spazio in una società che le schiacciava, riuscì a ad acquistare e vendere opere di immenso valore a Roma e a Parigi.
La violenza del Bernini
Nel momento di massima espressione della sua arte, quindi al picco della sua fama, Bernini si prese la libertà di realizzare un’opera in marmo che rappresenta questa donna sensuale e forte con la quale ebbe una storia d’amore decisamente travagliata.
Costanza era una donna passionale, e aveva più di un amante, tradì il marito con Gian Lorenzo Bernini, e allo stesso tempo con il fratello dell'artista, Luigi Bernini.
Quando Gian Lorenzo Bernini scoprì il tradimento perse la ragione, e da questa vicenda emerge il lato più oscuro della personalità di Bernini.
L'artista di fama mondiale fece sfregiare Costanza e tentò di uccidere il fratello, Luigi.
Sappiamo queste cose grazie ad un documento della madre dei Bernini, Angelica Galante Bernini, che scrisse una supplica al Cardinal Francesco Barberini.
Nella supplica Angelica Galante chiede esplicitamente e duramente di esiliare il figlio Gian Lorenzo a causa del suo comportamento criminale ed impunito.
Entrando più nel dettaglio, Bernini, a sangue caldo, appena scoperto il tradimento, inseguì il fratello che si rifugiò nella vicina Basilica di Santa Maria Maggiore.
Entrò a cavallo nella basilica sguainando una spada e stava per tagliarli la gola quando i canonici della basilica entrarono in colluttazione, proprio sull’altare, salvando Luigi.
In seguito, a sangue freddo, inviò un servitore a casa di Costanza e la fece sfregiare con un rasoio.
Due atti criminali gravissimi, che svelano impulsività violenta e perfida premeditazione.
L'artista rimarrà impunito.
Certo il Bernini non è il primo né l'ultimo personaggio in cui convivono genio creativo e marcia decadenza. Basti pensare a Caravaggio o al Borromini, giusto per citare due diavoli tormentati a lui contemporanei.
Però se per Caravaggio, per esempio, non si fa certo un mistero il fatto che fosse un avanzo di galera baciato da un talento fenomenale, il Bernini passa invece alla storia come un'artista eccezionale dalla personalità relativamente pacata.
Perché?
Beh io non sono nessuno per fare un processo al Bernini a 341 anni dalla sua morte e c'è da dire che non è facile valutare la morale del seicento dal XXI secolo. Fatto sta che Bernini era l'artista dei Papi.
Angelica Galante chiese l'esilio per il figlio Gran Lorenzo il risultato però fu l’esilio, da parte di Urbano VIII, dell'altro figlio: Luigi Bernini.
Gian Lorenzo era famoso a livello internazionale, godeva di buona reputazione, aveva un indiscusso talento e il Papa non si poteva privare di lui dato che in quel momento aveva in mano opere del vaticano.
L'opera d'arte
Da questa travagliata e oscura storia d’amore ha origine il busto in marmo che ritrae Costanza.
Per molto tempo rimase nello studio del Bernini poi fu venduto al Cardinale Giovan Carlo de Medici e così entra a far parte delle opere d'arte a Firenze. Viene esposta agli Uffizi insieme al bruto di Michelangelo. Poi si sposterà poi al Bargello nel 1800 per rimanerci.
Da un un punto di vista stilistico l'opera e veramente fuori dall'ordinario per l'epoca. Nel 1600 i busti muliebri erano quasi esclusivamente ritratti in cui le donne venivano rappresentate come delle spose esemplari, madri di famiglia incorruttibili, ruoli sempre molto controllati e castigati.
Costanza viene invece raffigurata con una camicia leggera, aperta, che fa intravedere il seno. I suoi capelli sono raccolti in modo molto naturale e sensuale, così come solo un amante poteva vederla.
Per quanto riguarda la scultura era un evento alquanto eccezionale, in pittura era più consueto. Il marmo era un materiale prezioso e destinato ad opere formali.
Bernini ferma un attimo del reale, Costanza quasi sembra respirare, è viva. Nasce una figura di donna diversa, una figura legata alla volontà e al desiderio, sia materiale che carnale.
Il 600 è stato indubbiamente il secolo di Bernini, l'artista è legato fortemente a Roma e al vaticano, la maggior parte dei suoi marmi si trovano a Villa Borghese.
Lavorò come scultore architetto e urbanista, Bernini cerca di metterci in contatto con un altro mondo, riesce ad illudere che l'arte sia tangibile, reale.
Viene tramandato un assioma che il Bernini amava ripetere in vecchiaia:
«L'arte sta in far che il tutto sia finto, e paia vero».
Con la storia di Costanza Bonarelli, Bernini appare sotto una luce nuova, uno di quei talenti impossibili da odiare completamente, perché capace di creare opere d'arte che tolgono il fiato, ma d'altro canto è difficile, essendo a conoscenza dei fatti, pensare a lui estromettendo completamente la sua efferatezza. No?
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